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Dati (e talenti) da non sprecare

La riorganizzazione dell’Istat accorpa il dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali con quello per i Conti nazionali e le statistiche economiche. Ma per molti anni quel dipartimento ha prodotto studi e analisi indispensabili alla ricerca sociologica, demografica e anche economica.

Conseguenze della riorganizzazione dell’Istat

Il presidente dell’Istat ha deciso di togliere a Linda Laura Sabbadini l’incarico di direttrice del dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali nell’ambito di una riorganizzazione che unificherà quel dipartimento con quello per i Conti nazionali e le statistiche economiche.
Per anni l’Istat ci ha informato con indagini dettagliate nel campo dell’uso del tempo e della divisione dei ruoli nella famiglia, con statistiche di genere, con ricerche sulla violenza sulle donne e sui fenomeni sociali sommersi.
I dati sociali sono importanti e indispensabili non solo per la sociologia e la demografia, ma anche per l’analisi economica, e lo sono ancora di più durante una crisi senza precedenti.
Linda Laura Sabbadini è stata la ispiratrice, coordinatrice e autrice di questo prezioso e importante lavoro informativo. Ha condotto approfonditi studi e proposto interessanti interpretazioni, come nel caso delle analisi sulla tempistica delle interruzioni del lavoro femminile alla nascita dei figli e i costi che ne derivano sulle carriere e, di recente, con una ricostruzione attenta e profonda dell’impatto della crisi su donne e uomini nelle regioni del nostro paese e sulle discriminazioni di genere.
Questi importanti contributi non sono rimasti confinati sulla homepage del sito dell’Istat, ma sono stati presentati da Linda Laura Sabbadini in frequenti e importanti dibattiti in tutta Italia e all’estero. Ciò ha dato all’Istituto di statistica una visibilità e un’interazione continua con il mondo accademico e il dibattito economico e politico in Italia.
Ci auguriamo che la riorganizzazione non marginalizzi i dati e le analisi condotte finora nel dipartimento delle Statistiche sociali e ambientali e auspichiamo che il talento e la competenza di Linda Laura Sabbadini non vadano sprecati, come purtroppo spesso avviene in Italia quando parliamo di talento femminile.

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  1. Giovanni Salzano

    A leggere bene il nuovo atto organizzativo generale dell’Istat (http://www.istat.it/it/files/2011/05/AOG1.pdf) sembrerebbe che in realta’ le statistiche sociali siano state disgiunte da quelle ambientali (come peraltro sembra sensato) e riunite con i censimenti demografici nella nuova “Direzione centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione (DCSS)”. Il punto e’ che la riorganizzazione semplifica riducendo i dipartimenti da quattro a due. Quello che era il dipartimento per le statistiche sociali e ambientali viene di fatto smembrato e distribuito in due direzioni del mega-dipartimento per la produzione statistica. La domanda che le autrici avrebbero dovuto porsi e’ come mai Linda Laura non sia stata messa a capo della Direzione centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione della quale sarebbe stata naturale candidato, anche se le sue indubbie doti di grande comunicatrice avrebbero potuto suggerirne la candidatura alla Direzione centrale per la diffusione e la comunicazione dell’informazione statistica. O forse il passaggio da direttore di dipartimento a direttore centrale avrebbe comportato una “retrocessione” di fatto per la Sabbadini? Se cosi’ fosse questa sarebbe l’ennesima distorsione provocata da una lunga sequenza di riorganizzazioni che hanno moltiplicato il numero delle poltrone ai vertici dell’Istituto senza migliorarne sensibilmente l’efficienza. Forse la riorganizzazione di Alleva segna una inversione di tendenza?

  2. Marina

    Penso che essendo l’ISTAT un Istituto di ricerca , sia opportuno da parte dei dirigenti ed in generale dei ricercatori non confondere la militanza socio-politica con gli obiettivi delle rilevazioni .

  3. Umbe

    I dati sono pericolosi.
    Generano un mostro che non puoi cotrollare: informazione .
    L’ISTAT morirà.
    Tutta.

  4. Marco Di Marco

    La logica delle proteste è, per me che lavoro all’Istat, incomprensibile. Linda ha un enorme talento e nessuno le impedirà di continuare a produrre studi e analisi sulle condizioni delle donne.

    Le proteste lasciano intendere che all’Istat esisterebbe una specie di censura “antifemminista” all’Istat, e che solo un incarico direttivo alla Sabbadini garantirebbe la gender neutrality delle statistiche.

    Ora, questo secondo me semplicemente non è vero. Le statistiche di genere non corrono nessun pericolo.

    La verità di fondo è che all’Istat esistono molte professionalità eccellenti, oltre a Linda Laura, che sono più numerose degli incarichi di dirigenza disponibili. Non è possibile considerare tali incarichi (spesso onerosi di incombenze amministrative) come misura del prestigio scientifico o professionale.

    D’altra parte, la stessa Linda Laura si è trovata ad operare scelte apparentemente “ingiuste”, rimuovendo capaci ricercatori dai loro incarichi per le ragioni più disparate.

    A queste rimozioni non ha mai fatto seguito, lo dico per esperienza personale, una censura dei lavori prodotti dal singolo.

  5. Luigi

    La Sabbadini era invisa a Renzi e di conseguenza è stata allontanata. Renzi vuole solo persone ossequianti e sottomesse alle sue falsità

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