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Tav Torino-Lione: vale la spesa?

 

Il confronto sulla Tav Torino-Lione si concentra sulla contrapposizione tra un disegno ambizioso di sviluppo e una resistenza locale. Il vero problema sono i costi esorbitanti dell’opera: tra i 15 e i 20 miliardi pari a tre volte il Ponte di Messina. E i benefici? Pochi. Sia in termini di risparmio di tempo (circa un’ora), sia a livello ambientale dati gli alti consumi energetici che la costruzione dell’infrastruttura richiederebbe. Un invito al dibattito da parte di nove studiosi, esperti della questione: Andrea Boitani, Bruno Manghi, Luca Mercalli, Marco Ponti, Rémy Prud’ Homme, Francesco Ramella, Pippo Ranci, Carlo Scarpa e Francesco Silva.

Il dibattito sulla Tav Torino-Lione sembra una contrapposizione tra un disegno ambizioso di sviluppo e una resistenza locale di un partito del No. Ma la questione è diversa. È naturale che il Piemonte preferisca avere un’’infrastruttura moderna che non averla. È comprensibile che gli abitanti della Valle di Susa si oppongano a un investimento che ritengono li danneggi (nonostante le compensazioni promesse) e che a loro non serve. Ma bisogna che qualcuno faccia un conto sui pro e contro di una decisione di spesa che riguarda il Paese intero.
La linea (per la parte di competenza italiana) costerebbe tra 15 e 20 miliardi di euro, come tre ponti di Messina. I contributi europei coprirebbero meno del 30% della sola tratta internazionale (la galleria di base); il resto lo pagherebbe lo Stato italiano, quello che lamenta carenza di risorse e fatica a mantenere la sostenibilità della finanza pubblica. Con una spesa analoga si può fare molto. Si potrebbe, scrive Orazio Carabini su Il Sole 24 Ore del 27 gennaio 2010, cablare tutta l’’Italia a 100 Mb. Cominciando dal Piemonte, nel caso.
La domanda è allora: quale sarà il beneficio dell’’opera? Gli studi disponibili mostrano che la ricaduta della Tav Torino-Lione sul sistema economico italiano e in particolare piemontese sarebbe assai limitata. La Torino-Lione consentirebbe una riduzione dei tempi di spostamento di persone e merci (circa un’ora) verso e dalla Francia, ma si tratta di una quota intorno all’’1% dei movimenti che si effettuano in Piemonte e meno dello 0,1% a scala nazionale.
I più gravi problemi di congestione si riscontrano a ridosso delle grandi aree urbane (esempio: tangenziale di Torino) e non alle frontiere con l’’estero (autostrada da Torino a Bardonecchia). L’’attuale livello di utilizzo sia dell’’autostrada che della linea ferroviaria che collegano l’’Italia con la Francia è molto al di sotto della capacità che servirà per i traffici per i prossimi decenni (il Fréjus ha funzionato bene anche con livelli di traffico doppi rispetto a quelli attuali nel periodo di chiusura del traforo del Monte Bianco).
Uno spostamento di domanda dalla strada alla ferrovia, a detta degli stessi sostenitori dell’’opera, potrebbe avvenire solo con l’’imposizione di divieti o di prelievi fiscali aggiuntivi sul trasporto su gomma, ossia incrementando il costo del trasporto e rendendo più difficoltose le esportazioni per le nostre imprese.
Se l’’impatto sulla mobilità è minimo, anche i benefici ambientali dell’’opera sarebbero del tutto trascurabili. Considerando gli elevatissimi consumi energetici nella costruzione dell’’infrastruttura, le emissioni complessive di CO2 saranno forse più elevate con la Torino-Lione che senza.
Nel complesso, non solo “il debito aggregato degli Stati italiano e francese aumenterà di 16 miliardi, ma la gestione dell’’opera andrà ad accrescere il loro deficit per i successivi quaranta anni”, conclude una analisi costi-benefici dell’’opera che è stata effettuata sulla base dei pochi dati a disposizione. Se ci sono analisi che forniscono risultati diversi, che vengano pubblicate.
Non siamo nella situazione di centocinquanta anni fa, quando fu costruito il traforo ferroviario del Frejus. La realizzazione di quel traforo significò ridurre i tempi di spostamento da un paio di giorni, a dorso di mulo, a poche ore. Oggi il risparmio, come già detto, sarebbe di un’’ora.
Non è una questione di essere o non essere in Europa. Il Corridoio Cinque ancora non è molto di più che un tratto di pennarello su una carta geografica e non corrisponde ad un’’infrastruttura unica, con caratteristiche omogenee. Contrariamente a quanto spesso affermato, la Commissione Europea non richiede affatto che l’’attraversamento delle Alpi lungo il Corridoio sia effettuato con una linea ad Alta velocità/capacità. Lungo quell’’asse non risultano essere in costruzione altre linee AV/AC al di fuori della tratta Torino-Lione, mentre è realizzata la Torino-Milano ed è in progettazione avanzata la Milano-Venezia. Sia ad est che a ovest dell’’Italia le merci continueranno a viaggiare su reti ordinarie, come del resto da Lione verso Parigi, perché le linee AV francesi sono state costruite per far passare solo treni passeggeri.
Questi argomenti, nonostante il lavoro dell’’Osservatorio tecnico governativo appositamente costituito, attendono ancora di essere dibattuti, con sereno equilibrio.

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33 commenti

  1. Luigi Del Monte

    Ecco la "politica" della UE: ogni paese fa quello che gli pare dentro una cornice comune decisa a Bruxelles. Si è deciso di fare alcune linee AV per migliorare i collegamenti delle persone e decongestionare le linee storiche per incrementare le merci su ferro e noi cosa abbiamo fatto? delle semplici linee AV/AC che sicuramente costano di + e che poi non vengono usate per le merci perchè non esistono locomotive bicorrenti. Ho letto da qualche parte che per le merci non è economico procedere oltre i 130km/h per motivo dei consumi, se fosse vero che ce ne facciamo di una linea che permette alle mozzarelle (concetto espresso da Bersani) di andare a 300km/h? Sicuramente se è vera l’ipotesi, non ci sarà nessun merci sull’AV/AC eccetto negli orari notturni per non rompere le tracce dei passeggeri negli orari diurni.. Vedendo il tracciato (costiero nel tratto spagnolo e francese) si nota che ad un certo punto sale verso N per andare a Lione per poi scendere a S sottoattraversando le Alpi, non era mica meglio attraverare le alpi a sud (+ basse) senza passare per Lione, facendo un ramo laterale? Comunque molti dubbi, ma non solo sulla Lione-To, ma anche sulla To-Mi dove ci sono 7 treni/giorno!

  2. C. Roux

    Quindi i costi (economici con il bilancio dell’opera e politici con la protesta suscitata) ci sono pero’ niente o pochi vantaggi? Per qualsiasi utente delle infrastrutture che collegano Francia e in Italia è sorprendente, per non dire deprimente (se si pensa alle conseguenze, cioè rimanere nell’attuale stato di insopportabile arretratezza). Un’ora in meno su un viaggio di 4 ore non è cosi’ poco, e altri fonti indicano un tempo di percorrenza che a termine dell’opera sarebbe inferiore a 2 ore sul tratto Lione-Torino. La questione del tempo incide molto, mi sembra, sulla strategia dei viaggiatori (treno vs. auto o aereo – non tutti i francesi vivino a Parigi!). Che dati credere? Grazie.

  3. Giovanni T

    Le linee ad alta velocità (o AV/AC che dir si voglia, con furbizia italica per farle politicamente accettare…) non sono concepite strutturalmente per il traffico merci, dato che presentano pendenze che riescono ad affrontare solo treni con particolari accorgimenti riguardo a potenza e peso; il problema della mancanza di locomotori bicorrente è quindi un falso problema. Il traffico sulla Torino-Lione già oggi non è particolarmente intenso, sia per i passeggeri che per le merci e quindi non si capisce l’utilità di costruire una nuova linea; per quanto riguarda le merci va inoltre segnalato che in Italia il trasporto ferroviario è in contrazione da parecchi anni.

  4. Roberto 51

    A proposito di TAV Torino-Lione mi sono sempre chiesto: ma chi è che deve andare in treno da Torino a Lione e smania per impiegarci un’ora in meno? I concetti espressi nell’articolo esprimono un puro e semplice buon senso Se le risorse sono finite vanno dedicate ad opere di effettiva utilità: ad esempio si possono potenziare i collegamenti pubblici tra i grandi centri urbani e i loro immensi interland, si può portare ovunque la banda larga, si possono potenziare i sistemi tangenziali. Mi piace molto questo approccio ai problemi, da applicare a molti altri temi, come centrali nucleari e ponti fantasmagorici, senza preconcetti ideologici, valutando semplicemente i pro e i contro delle diverse opzioni.

  5. Giancarlo

    L’analisi C-B che viene proposta sull’AV Torino-Lione è insoddisfacente per almeno tre ragioni. La prima è che appare limitativo analizzare una singola tratta di una rete europea di trasporto: è probabile che impiegando lo stesso metodo, molte altre tratte risulterebbero, singolarmente, diseconomiche. Ma in questo modo la rete non verrebbe mai realizzata. La seconda ragione è che il trasporto indotto non può essere valutato solo in base agli spostamenti attuali, poiché quelli futuri sono il frutto di processi di apprendimento sociale e di riorganizzazione delle attività generati dalla stessa infrastruttura, una volta entrata in funzione. La terza ragione è che i benefici di una infrastruttura di trasporto non possono essere ricondotti solo alla riduzione tempi di trasporto e alle esternalità ambientali, ma devono comprendere altri rilevanti effetti economici, quali l’integrazione fra mercati – ad esempio quelli del lavoro, con rilevanti effetti allocativi – e l’aumento della concorrenza fra aree, che genera a sua volta incentivi all’efficienza, alla specializzazione e allo sviluppo di economie di scala nei servizi.

  6. Ivan Vighetto

    Mi risulta che da Torino a Lione, ci siano circa 310 Km, secondo questo sito: in futuro (nel 2030) ci si metterà solamente 1h e 45 minuti mentre ora ci si metterebbe 4h 17 minuti. Significa che ora la velocità media sarebbe meno di 80 km/h ed in futuro si arriverà a circa 180 km/h. Non sono così esperto in materia ma credo che non sia fantascientifico spingere un treno sulla linea attuale, magari con qualche miglioria, a 120km/h abbassando il tempo a meno di tre ore… e senza aspettare i 20 anni necessari per concludere i lavori.

  7. luciano pallini

    Ci sono opere che hanno o assumono valenza simbolica per le quali gli ordinari criteri di valutazione non sono sufficienti: questo vale sia per la Torino Lione sia per il Ponte di Messina.

  8. Dario Bezzanti

    Ho una semplice domanda da porre cui non so darmi risposta: Come mai non viene utilizzata per l’alta velocità la linea Milano-Torino- Modane- Chambery-Parigi? Un treno TGV è già in funzione, viaggia a velocità normale fino a Chambery e poi inizia il percorso ad alta velocità fino a Parigi in poco più di due ore. Il territorio è tutta pianura, superate le città di Novara e Vercelli l’area è quasi esclusivamente agricola. Dall’inizio dell’anno, inspiegabilmente, i treni diretti per Parigi sono stati ridotti nonostante l’entrata in funzione della Freccia Rossa Milano-Torino. Grazie in anticipo se qualcuno potrà fornirmi una spiegazione razionale e plausibile.

  9. Corrado Tumaini

    " @ al collega Paolo Stern (che ha mantenuto la promessa di fare incursione nel mio blog) e a tutti i visitatori del post, segnalo questo articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001553.html." In http://corradotumaini.postilla.it/ambiente/danno-ambientale/no-tav-sindrome-da-nimby#more-751, dove è attiva un’altra finestra di discussione su TAV.

  10. sergio marchetti

    Giorno 23/12/09 ES Freccia Rossa in partenza da Torino alle 14/40. Annuncio all’arrivo: "si informano i passeggeri che causa il freddo eccezionale (- 2°C) alcune porte potrebbero non aprirsi". In Russia ed in Canada chissà come faranno? Gli ES del 29 Dicembre 2009 e del 1° Gennaio 2010 nel tratto Verona Roma s’attardano una mezz’oretta a riposare nella stazione di Firenze.Forse non è tanto un problema di AV/AC quanto uno di logistica che risolverebbe, se adeguatamente affrontato, i molti problemi che affliggono le nostre ferrovie.

  11. acocella salvatore

    Che in italia le grandi opere servano a far soldi a chi le esegue ed ai politici per "propaganda" non è un mistero e lo si vede negli arricchimenti (spesso espotati), nella riduzione dell’occupazione e, conseguentemente, dei salari (in numero e quantità) e, conseguentemente, dei consumi correnti, dovuti alla popolazione più numerosa e meno abbiente e non già a quella ricca e sempre meno numerosa. Quindi il "mito" delle necessità di treni ad"alta velocità" è una menzogna. Ci sono gli aerei per le persone, meno costosi e anche su tratte secondarie. Il "vanto" di avere una Tav per un Paese, ormai indietro in tutti i settori (non nella delinquenza mafiosa che parte dalla "Politica") lo dovranno pagare i posteri!

  12. D. Bertrando

    A mio parere, i benefici che questa linea porterebbe sono evidenti. Innanzitutto, un’ora in meno (1,45 stando a quanto letto in altri articoli) in una tratta di 4 significa una diminuzione dal 25 al 40%. Inoltre, né Torino, né Lione sono due capolinea ed il risparmio di tempo ottenuto andrebbe ad incrementare esponenzialmente tutte le tratte che dalle due città partono per le altre destinazioni, offrendo nuove le opzioni di spostamento sia per i treni merci che passeggeri. Per quanto riguarda la Val di Susa, rinomata località turistica che ha ospitato anche le olimpidi, un collegamento più rapido e funzionale con la Francia (e con Torino, Milano, ecc., sul versante italiano), non potrebbe che giovare al turismo stesso. Inutile parlare di potenziamento della linea attuale, non si raggiungerebbero mai gli stessi risultati di efficienza. E non dimentichiamoci che tale linea attraversa i centri abitati, la zona ripida e scoscesa tra Susa e Salbertrand già piena di gallerie e burroni, la dora, i boschi, ecc. Non un’unico tunnel come il TAV. Cosa direbbero allora gli ambientalisti in fatto di disagio ambientale e alla popolazione, dovendo costruire nuovi binari lungo tutto quel tragitto?

  13. Flavio Bisson

    Percorrevo spesso la Val di Susa nel periodo in cui fu potenziata la ferrovia e fu costruita l’autostrada. I treni Torino – Lione erano effettivamente veloci e comodi, ma viaggiavano quasi vuoti, tanto che furono ben presto ridotti di numero. Dell’autostrada mi colpì un tratto sopraelevato di parecchi chilometri, costruito su piloni di cemento armato. Un valsusino al quale avevo chiesto a cosa doveva passar sopra quel tratto, mi rispose che l’unica ragione per aver scelto quella soluzione era quella di favorire l’impresa appaltatrice che era anche produttrice di prefabbricati in cemento armato. Forse esagerava, ma si trattava comunque di un esempio di come in Italia le infrastrutture vengano realizzate mettendo in primo piano l’interesse delle imprese a spese dei cittadini. La TAV della Val di Susa mi appare come un esempio ancora più clamoroso di questa prassi, dato che le analisi più serie hanno messo in evidenza il suo eccessivo costo e la sproporzione rispetto all’effettiva domanda di traffico. Cordiali saluti F. Bisson

  14. Stephane Buchet

    Non si può parlare del proggetto TAV limitandosi alla Valle di Susa, che è "solo" una maglia della catena, parlare di una riduzione di tempo di un ora è limitativo, in realtà il risparmio di tempo su tutta la linea Europea, una volta completata, si conterà in giorni. Purtroppo si dimentica spesso di considerare il proggetto nella sua globalità e fare il paragone con il ponte di Messina è di un campanilismo inopportuno.

  15. Roberto

    Quando si critica qualcosa di innovativo si passa spesso per antimodernisti, la globalizzazione ci è stata imposta, sembrava portasse benessere, invece ci tocca rispolverare la bicicletta. Per prima cosa mi domando come possa funzionare la TAV/AC se i normali treni non sono efficienti! Merci e "risorse umane" che circolano a velocità folle, risultato: non ci servirà una TAV visto che le fabbriche saranno chiuse e la gente comune non avrà i soldi per fare acquisti. La crisi attuale ha qualcosa a che fare con la globalizzazione. Non si parla mai, o quasi, di costi/benefici, con quello che costa la realizzazione cosa costeranno i biglietti, gli attuali biglietti sono costosi figuriamoci quelli della TAV/AC. Chi mi dice poi che le merci prenderanno il treno, quelle interne continueranno su gomma, e moltissima merce arriva per nave dalla Cina. C’è da esserne fieri avere una TAV, e avere strade da paesi del terzo mondo, edifici pubblici fatiscenti, metà Italia non è collegata da un’autostrada decente, i genitori di bambini in età scolastica devono autotassarsi se vogliono dare più offerta formativa ai propri figli. Facciamo prima le cose più urgenti, pantalone ha finito la pecunia!

  16. Giovanni

    Premesso che se un’opera è di importanza nazionale le popolazioni interessate non dovrebbero poterne impedire la realizzazione, ma che andrebbero comunque tenute in conto le loro istanze, in questo caso non riesco a vedere l’utilità. Guardando un orario ferroviario si vede che in tutta la giornata vi sono solo 3 treni tra Torino e la Francia: per quanto l’opera possa generare traffico di quanto mai potranno aumentare? E quali sono le merci che dovrebbero passare dalla strada alla ferrovia giustificando una tale spesa?

  17. Rascy

    Tra i vantaggi non è considerata la domanda creata grazie alla nuova offerta di servizi Alta Velocità tra Italia e Francia (es. Milano-Parigi con tariffe low cost riuscirebbe a catturare la domanda latente di clienti che per motivi diversi non utilizzano gli attuali collegamenti ferroviari o aerei). Come avvenuto sulla Milano-Roma il treno entrerebbe in concorrenza con l’aereo, sottraendogli così quote di mercato con eventuali riduzione di offerta dell’aereo e benefici ambientali da valutare. Il Corridoio 5 è previsto fino a Lisbona, dando così la possibilità di collegare la rete italiana anche a quella AV spagnola e di creare nuovi servizi. Per le merci il vantaggio è dato dallo sfruttamento dello spazio lasciato libero da treni passeggeri che si spostano sulla nuova linea, su territorio italiano e straniero, anche in relazione alla riorganizzazione dei nodi ferroviari urbani che è strettamente legata alle nuove linee. Più treni sulla rete italiana significa anche maggiori introiti da pedaggio per RFI (gestore dell’infrastruttura ferroviaria italiana a capitale interamente pubblico), con un ritorno per lo Stato che potrebbe in parte ripagare il debito contratto per l’opera.

  18. Roberto Bera

    Il TAV è una spesa enorme per un piccolo ritorno che si avrà tra molto tempo. Detrae risorse per infrastrutture che potrebbero avere una conclusione, quindi un ritorno, prima. (Il raddoppio della ferrovia nel savonese sarebbe sempre sul corridoio 5, servirebbe di più, e potrebbe entrare in funzione a tappe intermedie) Il problema NoTav é nell’immagine: Grillo, CentriSociali, Nimby… sembra ideologica, invece é razionale. Perché non descrivere i SiTav come esoteristi che vogliono congiungere le città magiche.

  19. salvatore

    Io non ho dubbi. Premetto che non è farina del mio sacco. Se faccio delle opere distribuite sul territorio avrò moltissimi interlocutori. Se faccio 1 TAV, 1 Ponte, 4 centrali ho probabilemte 4 o 5 "main contractor" come interlocutori. Se devo chiedere una tangente del 5%, come all’epoca di Mani Pulite, è meglio avere 4o 5 interlocutori o centinaia di piccole/medie imprese da contattare?

  20. Roberto C.

    La valutazione costi-benefici è alla base del giudizio negativo degli autori così numerosi e autorevoli dell’articolo (a proposito, le conclusioni rispecchiano il giudizio di ciascuno?). Ma tutto dipende da come sono considerate le variabili dell’analisi costi-benefici! E’ poi essenziale un giudizio di carattere qualitativo: tagliarsi fuori dal corridoio cinque o no? (al di là del giudizio assolutamente limitativo e tranchant degli autori, esso costituisce una delle priorità strategica dell’UE). Tornando tuttavia ai costi-benefici, come ha scritto in maniera sintetica ed efficace Giancarlo, il complesso dell’economie esterne e dei benefici mi senbra molto più elevato dei costi (anche a me piacerebbe che qualcuno – sine ira et studio e munito di buon senso si provasse a rafforzare questa conclusione che ammetto appaia un po’ fideistica).

  21. Stephane Buchet

    Purtroppo si legge spesso che certe opere non siano necessarie al momento e quando lo diventano è troppo tardi. Oggi la TAV in val Susa non sembra indispensabile ma fra 15 anni non si potrà più sopportare le file ferme di macchine e tirs in coda per mancanza di spazio, non si potrà più sopportare i migliai di aerei che sorvelaranno i nostri cieli, allora ci vorrano altri 15 anni per fare la TAV diventata necessaria! Vediamo tutti giorni questi errori di visione a corto termine, queste mancanze di visione globale! (creiamo centri commerciale senza le strade per arrivarci, creiamo la metropolitana senza parcheggi per utilizzarla, ci sono stazioni ferroivarie senza parcheggio, senza sbocco autostradale, …) E continuiamo a prendere la macchina!

  22. a.p.

    Ritengo importante che si parli dell’opera TAV e in particolare della ValSusa che ad oggi, anche se i media poco riportano, è costretta a subire giornalmente l’invio di truppe delle forze dell’ordine (che pagano tutti i contribuenti) per far tacere quella che in ogni caso è una vox populi. Collegare l’Italia all’Europa attraverso sistemi di trasporto sempre più veloci sicuramente aiuta i processi di globalizzazione che però spesso portano con sè l’effetto perverso di soffocare le eccellezze locali ed è, a mio parere, un aspetto non secondario che andrebbe tenuto in opportuno conto. In ogni caso, ad oggi non pare esista ancora un progetto valido e cantierizzabile per la TAV in Valsusa che ha delle rilevanti problematiche orografiche ad oggi troppo spesso trascurate (specie dal primo progetto presentato che non aveva neanche una Valutazione di Impatto Ambientale!). Si parla di una galleria di 56 Km, ma nessuno ha ancora spiegato agli abitanti della zona come e dove stoccheranno le polveri estratte per un cantiere di 20-30 anni ipotizzato. Inoltre, per gli amanti della tecnologia, siamo sicuri che tra 30 anni la TAV sia ancora allettante?

  23. BOLLI PASQUALE

    L’Italia di Berlusconi, signora depredata e inpoverita, non si rassegna e per continuare ad apparire, indossa la vecchia pelliccia ma non ha le mutante. Siamo l’Italia delle grandi opere, del ponte di Messina, delle grandi velocità, delle grandi infrastrutture, dei grandi eventi, delle grandi manifestazioni e a chiacchiere siamo veramente il Paese del fare. Siamo, però, anche il Paese dove i politici aprono e chiudono tavoli, la Magistratura apre e chiude fascicoli e i lavori importanti come la Salerno-Reggio Calabria non si concludono da oltre mezzo secolo. Perchè questa nostra condizione? Rivolgiamo la domanda a quelli che ci rappresentano ma non sono stati da noi eletti. Le nostre bocche sono sempre più riempite di sogni e sempre meno riempite di pane per sfamare la povera gente. Ma il Paese ha le risorse per realizzare queste grandi cose? Le nostre finanze sono disastrate e il nostro debito pubblico viaggia a grande velocità tanto da farci deragliare. E allora? Dilettiamoci con i sogni, ma facciamo il concreto! Il popolo italiano, sedotto da chi governa ha perso il concetto della realtà. E’ ora di lasciare le pellicce e pensare alle mutante! Ma fino a quanto ce le lasceranno?

  24. vincesc

    Ricordo una bella battuta detta, penso, dal Sindaco di Torino: "Quando Cavour fece l’attuale collegamento ferroviario con la Francia, probabilmente in quegli anni bastava raddoppiare le mulattiere".

  25. Vilmo Sapino

    Io non sono contro la TAV per partito preso. Tuttavia vedendo che messa in funzione la TAV Torino-Milano, le tariffe sono cresciute a dismisura, i treni pendolari e i Freccia Rossa sono in costante ritardo, dopo 10, dieci anni di lavori Porta Susa è ancora un immenso cantiere, spiegatemi l’utilità della TAV. Io dico semplicemente questo: sistemate e manutenete le attuali linee, se poi c’è bisogno di altro, si può anche fare. Il vero problema è che fare nuove opere conviene perchè se magna di più. Viva i No-TAV.

  26. Marcello Sant'Agostino

    Mi sembra che si mescolino varie questioni: 1-Strutture di importanza nazionale non possono essere bloccate da una comunità locale. 2-Mi sembra giusto valutare costi e benefici per l’intera Nazione dell’investimento tenendo conto della disponibilità economica e delle altre spese necessarie. A parte che il tempo per queste valutazioni in sede europea è passato forse da un decennio, ed è sempre difficile trovare un gruppo di esperti non di parte, chi dovrebbe decidere (il parlamento e il governo) avrebbe credibilità e autorevolezza se discutesse di contenuti invece di agire solo in base a schieramenti.

  27. Bruno

    Gli irriducibili ancora fiduciosi in un futuro prospero e felice (costruito a scapito di moltitudini di sfigati della Terra, incapaci, per la loro cronica e ben nota mancanza di voglia di lavorare, di imitare il nostro formidabile modello di sviluppo, costrette a vivere in remoti continenti guardandosi bene dal migrare verso i nostri radiosi e magnificamente governati lidi) hanno senz’altro bisogno di disporre di una costosissima tecnologia per impiegare un’ora in meno per raggiungere un posto in cui forse non andranno mai. Il ridicolo mito del "non possiamo restare tagliati fuori dall’Europa" , "è l’Europa che ce lo chiede" , "non possiamo derogare ai trattatati internazionali (e allora come la mettiamo con il Portogallo?)" e tutti gli altri slogans privi di qualsiasi criterio scientifico che da anni vengono ossessivamente ripetuti per giustificare l’ostinata volontà di costruire questa linea, trova terreno fertile nello smisurato ego di chi ritiene accettabile spendere non meno di ventimiliardidieuro/00 di un’intera collettività per risparmiare un’ora del proprio privatissimo tempo. Tutti gli altri ricominciando o continuando a ragionare con la propria testa riflettano.

  28. Cincera Gian Carlo

    Tra la Follia (la spesa esorbitante iniziale e sicuramente non finale) e la Logica (benefici insignificanti: diretti e indiretti per la Gente e l’Economia) anche i bambini delle scuole elementari boccerebbero questo insensato progetto che di grande ha solo l’Assurdità che "crea e moltiplica" centinaia di posti di "lavoro" con il bisogno derivato dal Disagio Sociale che continua a crescere come Precarietà Incertezza del futuro e soprattutto la difficoltà di milioni di persone che non ce la fanno ad arrivare a fine mese… Condannati da una economia che non cresce. In questo scenario a dir poco triste e avvilente la Difficoltà Sociale agisce come una pillola, favorendo sempre di più l’arrivo di immigrati che lavorando onestamente. Vanno rispettati. Ecco spiegata la legge dei numeri: i più cancellano i meno.

  29. alex

    Sono un torinese che abita in Francia da 20 anni, torno in Italia almeno dieci volte all’anno.
    Insomma, conosco bene la tratta Torino-Lione, poiché lavoro a Grenoble.
    Posso solo testimoniare che i rapporti ferroviari tra Francia e Italia sono pessimi. Tra Parigi e Bruxelles, ci sono 20 treni al giorno, mentre per Torino siamo passati da 4 a due al giorno, perennemente in ritardo a causa dei controlli alle frontiere e del tratto Modane-Torino effettuato a bassissima velocità a causa della pendenza.
    Se bastasse migliorare la vecchia linea, lo si sarebbe già fatto.
    E anche l’argomento secondo cui la linea sarebbe poco frequentata non è accettabile: conosco tantissima gente che prenderebbe quel treno ma, visto il pessimo servizio, preferisce andare in auto. Se si potesse raggiungere Torino da Parigi in tre ore (invece di sei), la frequentazione della linea sarebbe molto più elevata
    Infine, resta il fatto che il corridoio Ovest-Est sarà comunque realizzato con i fondi europei. Alla peggio, non passerà da Torino, ma dalla Svizzera, recuperando la TAV a Milano. Si avrebbe cosi’ un’opera pagata anche dai nostri soldi, che non passarebbe a casa nostra. Un capolavoro !

  30. Zeppola

    Sono anni che i cittadini No Tav denunciano l’inutilità dell’opera e sono anni che la politica, in primis il PD, è totalmente SORDA a ragioni tutt’altro che ideologiche. Solo chi non conosce la realtà dei fatti puo dirsi a favore di una follia a spese di tutti i cittadini come questa! Quest’opera, come tante altri grande opere, serve solo a chi la fa. Alla Confindustria, presieduta dalla prenditrice di soldi pubblici Marcegalia, che ha il coraggio di parlare di ripristino della legalità a suon di manganelli e lacrimogeni. E’ vergognoso. Vergognoso il progetto, vergonoso l’atteggiamento della politica, anzi dei partiti che sono ormai espressione di antipolitica! Vergognoso l’atteggiamento di Confindustria e sindacati (eccetto la FIOM). Vergognoso che ancora oggi si debba star qui a spiegare l’inutilità di quest’opera. Questo non è progresso. Poi bisognerebbe discutere di cosa intendiamo per progresso.

  31. Alessandro

    Sono arrivato a questa pagina da un link di un articolo sulla Tav, rapidamente ho letto alcuni commenti: rimango sempre sconcertato quando noto molta disinformazione. Il progetto della Tav Torino Lione è un treno merci!!! Nessun passeggero prenderà mai quel treno, che trasporterà solo merci. Questa è solo una delle tante inutilità di questo progetto, che per far arrivare venti minuti prima l’acqua di Lecce in Norvegia, bucherà per 57 Km una montagna piena di Amianto e Uranio a costi astronomici e danni ambientali alle cose e persone gravi.

  32. donty

    Ribadisco – come un altro utente ha gia’ fatto prima di me – il colossale imbroglio ogni giorno perpetrato dalle forze politiche e dai mass media, cioè l’illusione che la TaV in val di Susa sia un treno passeggeri: NO, si tratta in realtà di un TAC (Treno ad Alta Capacita’), cioe’ un merci. Ricordo che né la Francia, né i super-tecnologici Stati Uniti hanno linee super-veloci per le merci, e le vogliamo fare noi che abbiamo i pendolari abbandonati sui carri bestiame? Per fare arrivare le lavatrici un’ora prima a Kiev? A quelli che sperano di risparmiare chissà quanto tempo tra Lyon e Torino, ricordo che sui merci non si può salire, ed inoltre questo treno in particolare non potrebbe fare velocità molto elevate, dovendo transitare per gallerie lunghissime, da percorrere ad andatura ridotta per evitare il surriscaldamento dell’aria. Inoltre: la linea passeggeri alta velocità TO-MI è largamente sottoutilizzata perché estremamente costosa. I pendolari viaggiano sui treni normali, si sa anche questo? Facciamo delle opere colossali con costi altissimi, che rimangono inutilizzate. E ci meravigliamo se un’intera valle informatissima si rivolta contro l’establishment?

  33. Albert Mairhofer

    Per l‘attuale situazione difficile (NOTAV), vorrei proporre un progetto alternativo efficiente per evitare questo conflitto: Prendere in considerazione il Progetto Tirol-Adria, che, in prima linea, intende realizzare il collegamento delle idrovie europee attraverso il canale transalpino Danubio-Tirol-Adria con lo scopo di trasferire alla navigazione fluviale e marittima gran parte del trasporto merci nazionale ed internazionale evitando così, tra l’altro, la costruzione di 3 grandi opere per il trasporto terrestre e cioè
    a) della Galleria di base del Brennero con le relative linee d’accesso, di cui 150 km pure in galleria,
    b) del Ponte sullo Stretto di Messina ed infine anche c) del tunnel ferroviario tra Lyon-Torino per il TAV del corridoio 5 Lissabona- Kiev, che con la navigazione sul Danubio ottiene un ottimo collegamento est-ovest. Inoltre vorrei precisare che tutte le reti di comunicazione nazionali sono collegati tra di loro, solo la rete fluviale invece no. Il risparmio sarà di circa 50 miliardi di Euro, perchè il progetto delle idrovie si basa su un finanziamento proprio.

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