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Il Punto

Siamo ancora alla fase dei titoli. Il Governo ha adesso meno di un mese di tempo per passare dalle presentazioni in powerpoint agli atti, rendendo possibile il taglio delle tasse. Su questo sito molte proposte su come tagliare la spesa pubblica. Bene anche riscrivere il decreto sui contratti a termine: rischiamo di ripetere gli stessi errori della Spagna 30 anni dopo. In questa homepage, vari commenti a caldo -audio e video- dei redattori de lavoce.info.
Renzi ha anche promesso un taglio della bolletta elettrica. Bene, ma i numeri dicono che non è una priorità. I costi davvero alti per l’energia sono quelli che le famiglie sostengono per il riscaldamento e il carburante delle auto. E nella maggioranza delle imprese la spesa per l’elettricità è marginale.
Con la riforma del titolo V della Costituzione, sulla quale si è impegnato il Governo, bisognerà metter mano alla semplificazione delle normative regionali, qualcosa come più di 20 mila leggi. Da cui derivano migliaia di regolamenti applicativi comunali e locali.
Cosa cambierà con la riforma del catasto contenuta nella “delega fiscale” approvata dalla Camera? Valori più congrui degli immobili e rendite catastali commisurate agli affitti. Con conseguenti effetti sulla tassazione.
Una lettera di Marco Vincenzi, disoccupato, licenziato da una cooperativa. La sottoponiamo al premier Matteo Renzi e al ministro del Lavoro Giuliano Poletti che viene dal mondo della cooperazione. Forse loro hanno le risposte.

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Per favore, cambiate quel decreto!*

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Una regola fatta per essere violata

  1. Piero

    Il vero problema è il credito alle imprese: oggi le imprese chiudono per mancanza di soldi non perché ci sono troppe tasse o non trovano i lavoratori. Stiamo affrontando le priorità dal lato sbagliato: il settore economico ha bisogno di oltre 150 miliardi di liquidità, naturale che vadano fatte tutte le altre riforme ma se non immettiamo liquidità nel sistema è inutile parlare di riforme che naturalmente sono tutte condivise.
    L’aumento della liquidità per le imprese può arrivare da una politica monetaria della Bce più espansiva (vediamo cosa porta a casa Renzi dal colloquio con la Merkel) oppure da un coraggio che deve avere il governo, garantendo le imprese per l’accesso al credito presso le banche, come in fin dei conti ha fatto per le banche nei prestiti ricevuti dalle stesse dalla Bce (Ltro). Non vi è altra soluzione, tutto quello che si sta facendo è giusto ma non è sufficiente per la soluzione del problema e se non vi è la soluzione vi è la morte del tessuto economico italiano.

  2. Piero

    Anche la speranza che Renzi potesse fare cambiare la politica monetaria della Merkel, dopo l’incontro di ieri sera, è morta: si dovrà quindi lavorare solo su una politica interna. Però se lo stato vuole agire con una politica interna espansiva sul credito, deve garantire tramite il Mediocredito centrale i fidi alle imprese: dev’essere un’azione per un plafond di almeno 150 miliardi, di ciò ha bisogno il tessuto economico italiano. Altrimenti è inutile qualsiasi riforma sia sul lavoro, che non ci sarà più, sia sulle tasse. Renzi cerca di fare passare il messaggio che il sacrificio non è per l’Europa, ma per i nostri figli: non ha capito ancora la vera situazione dell’imprese in Italia, forse prima di andare nelle scuole avrebbe dovuto fare un tour fra tutte le imprese italiane. Lì avrebbe sentito un solo coro: “le banche non concedono più credito” e da questo non sarebbe stato difficile comprendere la soluzione.

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